La pridopidine è un agonista sperimentale del recettore sigma-1 per il trattamento SLA. Teva Pharmaceuticals stava originariamente sviluppando il trattamento – che presenta potenziali effetti neuroprotettivi con un profilo di sicurezza favorevole – ma Prilenia Therapeutics ha acquisito i diritti per svilupparlo ulteriormente.
Pridopidine
Lo studio clinico di fase 2/3, chiamato “HEALEY ALS Platform – Regimen D Pridopidine” (NCT04615923), che ha studiato la pridopidine come trattamento per la SLA è terminato nel 2022 e non ha raggiunto il suo obiettivo primario di rallentare il declino la funzione nei pazienti con SLA.
Come funziona la Pridopidine?
La pridopidine è una piccola molecola disponibile oralmente progettata per proteggere le cellule nervose dalle lesioni e dalla morte attivando il recettore sigma-1 (S1R). Una volta attivato, S1R innesca il rilascio di molecole che supportano la crescita, la funzione e la sopravvivenza delle cellule nervose. In modelli preclinici di SLA, la pridopidine ha dimostrato di prevenire la morte delle cellule nervose, aumentare le connessioni tra i neuroni e preservare la funzione motoria.
SR1 è una proteina chaperonina (implicate nel corretto ripiegamento delle proteine) del reticolo endoplasmatico che ha la funzione di regolazione il rilascio del calcio. Mutazioni nel gene che codifica per S1R sono state rilevate nei pazienti con SLA, e precedenti ricerche hanno suggerito che l’attivazione S1R può migliorare la deglutizione, la masticazione e il linguaggio in questi pazienti.
Pridopidine negli studi clinici
2020/2022 – Uno studio clinico di fase 2/3, chiamato “HEALEY ALS Platform – Regimen D Pridopidine” (NCT04615923), ha studiato la pridopidine come trattamento per la SLA. Lo studio ha coinvolto circa 163 adulti con SLA, su invito, in una delle 64 sedi negli Stati Uniti.
Lo studio fa parte dei trial inseriti nella piattaforma dell’HEALEY ALS center (NCT04297683), che sta studiando contemporaneamente diversi trattamenti in pazienti con SLA per cercare di accelerare il loro sviluppo. Il gruppo dei pazienti in placebo è stato condiviso tra i diversi trattamenti studiati. Durante lo studio della Pridopidine i pazienti hanno ricevuto 45 mg di capsule di pridopidine o un placebo due volte al giorno per 24 settimane (quasi un anno). Successivamente sono stati assegnati ai gruppi in trattamento o al gruppo placebo in un rapporto 3:1. Al termine delle 24 settimane, sono stati confrontati i cambiamenti nel punteggio sulla scala di valutazione funzionale ALS-rivisto (ALSFRS-R) dall’inizio dello studio tra i pazienti che hanno ricevuto il farmaco e quelli in placebo per vedere come la malattia è progredita.
I cambiamenti inoltre sono stati valutati anche con una serie di dati funzionali, come la funzione bulbare, la parola, la funzione respiratoria, la forza muscolare e la sopravvivenza.
Lo studio terminato a luglio 2022 non ha raggiunto il suo obiettivo primario di rallentare il declino la funzione nei pazienti con SLA. Anche per quanto riguarda gli obiettivi secondari quali la forza muscolare e la funzione respiratoria non sono state riportate differenze significative tra i pazienti trattati e quelli nel gruppo di controllo. Sebbene tutti i pazienti trattati abbiano mostrato una “tendenza” verso una migliore capacità respiratoria e del linguaggio, solo in un sottogruppo di pazienti più recentemente diagnosticati – entro 18 mesi o 1,5 anni – e con una forma di malattia in rapida progressione sono stati rilevati alcuni benefici significativi relativi alla capacità di parlare.
Informazioni aggiuntive
La terapia è stata designata come farmaco orfano negli Stati Uniti e in Europa come un potenziale trattamento per la SLA. Questo status ha lo scopo di accelerare lo sviluppo clinico della pridopidine fornendo benefici finanziari e supporto normativo, nonché un periodo di esclusiva di marketing (sette anni negli Stati Uniti e 10 in Europa) previa approvazione normativa.
Pridopidine è in sperimentazione anche per la malattia di Huntington. Inoltre, i ricercatori stanno studiando il farmaco in studi preclinici per la malattia neurodegenerativa dell’occhio, il morbo di Parkinson, la sindrome di Rett, la sindrome dell’X fragile e il morbo di Alzheimer.
Ultimo aggiornamento: agosto 2024