Milano, 11 febbraio 2025 – Anche AriSLA aderisce alla Giornata Internazionale dedicata alle donne e alle ragazze impegnate nella scienza (STEM: Science, Technology, Engineering and Mathematics) che si celebra oggi e istituita nel 2015 dalla Assemblea Generale delle Nazioni Unite, condividendo alcuni dati che raccontano l’importante impegno delle ricercatrici nella ricerca sulla SLA.
Ad oggi sono 67 le ricercatrici sostenute da AriSLA e tra queste sono 52 coloro che coordinano i progetti di ricerca finanziati, su un totale di 115 studi e 160 ricercatori supportati dalla Fondazione grazie al prezioso contributo dei quattro soci fondatori, AISLA Aps, Fondazione Cariplo, Fondazione Telethon ETS e Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport Onlus.
In particolare, negli ultimi cinque anni è stata registrata una crescente partecipazione delle donne ai progetti di ricerca e uno dei dati più significativi è che il 51% dei coordinatori dei progetti sono ricercatrici.
Questi numeri testimoniano il rilevante contributo delle ricercatrici ad ampliare la conoscenza sulla malattia e il loro lavoro di ricerca dedicato a identificare dei percorsi terapeutici efficaci.


In questi anni AriSLA ha raccolto le storie professionali e di vita dei ricercatori e delle ricercatrici supportati: da queste testimonianze emerge il desiderio di occuparsi di ricerca per contribuire a dare speranza e produrre risultati capaci di migliorare la vita delle persone.
Una delle storie che condividiamo è quella della Prof.ssa Tania Zaglia (in foto), docente di Fisiologia Umana presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università degli Studi di Padova e coordinatrice del progetto AriSLA ‘SYMP-ALS’, che recentemente ha anche promosso un seminario con focus su ‘La Sclerosi Laterale Amiotrofica: i molteplici punti di vista dell’infermiere”.
“La mia scelta di diventare ricercatrice nasce già tra i banchi del Liceo, periodo che ha stimolato la mia curiosità e mi ha portato a prendere coscienza del fatto che, nonostante l’immane progresso della conoscenza nel corso della storia, in molti abiti, tra cui quello scientifico, ci sono ancora tante domande che necessitano di risposte. Ho deciso quindi di proseguire il mio percorso iscrivendomi alla facoltà di Biologia dell’Università di Padova e l’esperienza di una tesi sperimentale ha ulteriormente consolidato quella passione”.
“Ho deciso di dedicarmi alla SLA dopo aver partecipato ad un incontro dove erano presenti pazienti affetti da questa drammatica malattia. Di queste persone mi ha colpito la dignità, la determinazione di interagire con il mondo circostante e la voglia di lottare nonostante tutto. A loro va il mio più sincero ringraziamento per avermi dato un grande insegnamento di vita, che non si apprende sui libri, e la motivazione a fare ogni giorno al meglio questo lavoro, con passione, onestà e caparbietà”.
Lo studio della Prof.ssa Zaglia si concentra sui meccanismi alla base della SLA: “Credo che i risultati della ricerca finanziata da AriSLA porteranno ad un avanzamento della conoscenza di questi aspetti.
Il mio forte auspicio è che i nostri risultati trovino una rapida traslabilità dalla ricerca di base alla clinica, per una diagnosi precoce della malattia, e l’applicazione di strategie terapeutiche per migliorare la qualità di vita dei pazienti e allungarne l’aspettativa di sopravvivenza”.
