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SNop – Modulazione optogenetica della componente adrenergica dei nervi motori per comprendere i meccanismi di atrofia muscolare e neurodegenerazione nella SLA
PRINCIPAL INVESTIGATOR
VALORE
55.000 euro
DURATA
16 mesi
AMBITO DI RICERCA
Ricerca di base
BACKGROUND
La SLA è caratterizzata dalla degenerazione dei motoneuroni (MN) che controllano la contrazione volontaria dei muscoli scheletrici. È da tempo noto che i MN che innervano i muscoli scheletrici contengono una grande quantità di neuroni simpatici (NS), il cui ruolo, tuttavia, è stato poco studiato. I NS rilasciano un neurotrasmettitore (molecola che veicola le informazioni fra i neuroni e le cellule bersaglio), la Noradrenalina (NA), che si lega ai recettori β-adrenergici (β-AR) modulandone l’attività. Ricerche condotte nell’ambito di altre patologie neuromuscolari suggeriscono che la compromissione delle vie di segnale a valle dei β2-AR partecipi all’atrofia muscolare e alla degenerazione del MN.
Recentemente, è stato dimostrato che le fibre muscolari scheletriche esprimono recettori adrenergici di tipo β2 (β2- AR). Tuttavia, non è ancora noto se i NS del nervo motore siano la fonte locale di NA che attiva i β2-AR muscolari.
Il progetto si basa sull’ipotesi che un’alterazione della “comunicazione” fra NS, cellule muscolari e MN abbia un ruolo chiave nello sviluppo o la progressione della SLA.
OBIETTIVI
In questo studio, è stata utilizzata una biotecnologia di recente sviluppo, chiamata optogenetica, che permette di attivare in maniera non invasiva e con alta risoluzione spaziale e temporale uno specifico tipo di neurone e comprendere quindi le modalità di comunicazione tra i neuroni e i tessuti innervati. In particolare, questa tecnica è stata utilizzata per controllare selettivamente l’attività dei NS presenti nel nervo motore e ha permesso di dimostrare, per la prima volta in vivo, che i NS sono la fonte locale di NA che attiva i β2-AR espressi dalle fibre muscolari. Inoltre, è stato dimostrato, in modelli preclinici di SLA, che i NS diretti al muscolo scheletrico, sono anch’essi degenerati, suggerendo che queste cellule possano avere un ruolo nella malattia e rappresentare un nuovo potenziale bersaglio terapeutico.